Il nostro viaggio in Sicilia è passato dal caldo del mare e della vallata di Siracusa, alla cima innevata dell’Etna, accompagnata dagli attenti e protettivi guardiani dell’Etna, le guide vulcanologiche del vulcano.
L’Etna
Avvicinarsi all’Etna non è facile, né scontato. Per giorni l’Etna non si è fatto vedere avvolto dalla foschia e dalle nuvole. Ieri mentre mi avvicinavo per intraprendere questo incontro, pian piano le nubi hanno lasciato il passo al sole, concedendomi di poter salire su questi pendii incredibili.La sensazione, confermata poi dalle guide, è quella di trovarsi sopra ad un essere vivente in movimento, a qualcosa di mobile, mutevole, ma al contempo dolce e accogliente. Paride (la guida del video su Facebook e Instagram) mi ha raccontato che anche loro in questi giorni stanno percependo movimenti da parte del vulcano che fanno presagire un’apertura, un’eruzione. Non si sa da quale delle tante bocche, ma l’Etna è vivo e ciò che lo circonda sa di morte e vita, di distruzione e rinascita, di maschile e femminile.
Mamma Etna
L’Etna non è un lui, ma una lei protetta e anticipata da tutti gli altri vulcani che si incontrano prima di arrivare sui suoi pendii. Stromboli con il suo forte maschile, quasi insostenibile benché calmo, Vulcano con la sua energia vivida e più dolce e tutte e sette le isole in una geometria sacra perfetta, di rimandi tra maschile e femminile, di energie che portano fino alla mamma, alla Grande Madre.
I contrasti
La salita verso la cima è fatta di contrasti di verde e di nero, di vegetazione rigogliosa rinata dopo le eruzioni antiche e di terreno vulcanico arido, di tante bocche attraverso cui la Madre continua a parlare, dai 30 gradi del mare, al -2 con la neve in cima, blu e verde, nero e rosso, maschile e femminile.Un miracolo incredibile, una mamma protetta da tutti gli uomini di Etna Guide che curano la Madre e tutti questo territorio unico. Il maschile che protegge il femminile, riconoscendone il suo potere e con grande rispetto e amore lasciare che sia Madre e Maestra.