Riflessioni dal Ritiro del Vuoto tra deserto e ossessioni
Come puoi controllare ciò che non è tuo?
Come puoi cambiare ciò che non è in te?
Come se un granello di sabbia chiedesse al vento di lasciarlo fermo sempre nello stesso punto.
Come se il mare volesse esser fisso.
Come se il fuoco volesse sempre ardere.
Nel gioco della vita, a cosa ti stai aggrappando?
A quale narrazione, a quale maschera, a che bisogno?
Deserto e ossessioni
Siamo granelli di sabbia al vento, forse passeremo e ripasseremo dallo stesso punto più e più volte, avanti e indietro, ma mai fissi, mai uguali. Non siamo qui per ancorarci, per aggrapparci, per ossessionarci, ma per scorrere in un grande gioco di possibilità, possibile solo se ci si arrende. Se nulla di ciò che sai o sei è tuo, cerca solo il centro, dentro, in silenzio. E da lì puoi stare mentre la vita ti porta dove hai bisogno di andare.
Può il deserto sperare che quel fiore viva per sempre? E può il fiore non voler fiorire? Anche se nasce tra le spine?
Non è il surfista che trova l’onda perfetta, ma è l’onda che trova lui. Lui ha solo saputo stare fermo nel flusso senza perdere la fede.
E quando senti di esser perso, quando vorresti solo restare ancorato, ricordati che esserci è già tutto, è già tanto.