Camminando tra le via di San Cristobal de Las Casas ci siamo imbattute quasi per caso, anche se il caso sappiamo non esiste, in questo ristorante collettivo di donne, Colectiva Tsaltsal O’ntonal: Restaurante, caffè y centro cultural.
Mentre mangiavamo nella corte interna del ristorante (andateci perché si mangia da Diosa!, N.d.A.) , i bambini delle cuoche giocavano liberi tra foto e lettere. Abbiamo scoperto che quelle immagini erano una mostra allestita ad hoc per raccontare la storia delle donne incarcerate ingiustamente nel Cerezo numero 5.
Qui di seguito trovate la trascrizione della chiacchierata che io e Francesca abbiamo avuto con Karina, giovane laureata e attivista di Colectiva Tsaltsal O’ntonal (Fortaleciendo el corazón) e tutti i riferimenti per mettersi in contatto e inviare aiuto e sostegno economico a questo gruppo di donne coraggiose. Noi de Il Cammino di Sophia ci siamo già intellettualmente impegnate in un progetto di cooperazione – che di fatto è già partito e di cui questo articolo è la prima testimonianza – e continuerà ad Ottobre 2022 al nostro ritorno.
Karina e gli inizia di Colectiva Tsaltsal O’ntonal
“Mi chiamo Karina Hernandez Torres, sono parte integrante del collettivo Tsaltsal O’ntonal che in lingua Tsotsil significa rinforzando il cuore. Siamo un gruppo di donne che lavora per vivere una vita libera dalla violenza. Questo collettivo ha avuto inizio nell’anno 2020 grazie a Monica Carrasco, una docente e ricercatrice del Conacyt-Ciesas, Centro de Investigaciones y Estudios Superiore en Antropologia Social, che si occupa di un progetto che sviluppa discussioni e laboratori riguardo la violenza e che ci ha fornito accompagnamento legale insieme al collettivo Cereza, che lavora qui a San Cristóbal de Las Casas.
Il collettivo Cereza ha preso il nome dal carcere femminile Cerezo numero 5, dove si trovano molte donne incarcerate ingiustamente, poiché il semplice fatto di essere donne, comporta pene molto elevate. Questo è il collettivo che ci ha aiutato maggiormente perché hanno psicologhe e legali per darci il sostegno di cui necessitiamo. In principio eravamo un gruppo di giovani che lavoravano come borsisti della professoressa, poi la situazione si è evoluta proprio come una palla di neve che più rotola e più si ingrossa.
Ho avvertito mia madre e mia madre ha avvertito le sue amiche, le altre compagne avvertirono altre donne e così via, la voce giunse a tutte quelle donne che subirono qualche forma di violenza, alcune in modo più grave di altre – anche se sappiamo che tutte le violenze sono gravi- ma alcune sono vittime indirette di femminicidio e di altre violenze psicologiche, sessuali e verbali. A partire da questo, dal mese di luglio fino a novembre abbiamo iniziato a fare laboratori che riguardano i diritti umani delle donne, i diritti riproduttivi sessuali e educazione sulle diverse violenze che esistono, e nel mese di novembre sono iniziati anche gli accompagnamenti legali.
Colectiva Tsaltsal O’ntonal: i finanziamenti
Il progetto nel 2021 trova il modo di arrivare ad una seconda fase, grazie al sostegno dell’Ambasciata Australiana che ci ha finanziato e supportato. Durante questa fase abbiamo potuto osservare come il nostro progetto iniziava a dare forza alle donne, poiché la rete che si stava formando attorno a loro le rassicurava. Si sono formati due gruppi di donne, che hanno iniziato a lavorare al Collettivo alcune la domenica e altre il lunedì. Attorno al ristorante abbiamo creato anche uno spazio per bambini e bambine in modo che le madri potessero partecipare alle loro attività mentre i loro figli giocavano e questo ci ha portate a riflettere su quanto le donne si sentano bene quando sono in un gruppo, di come si sentano ascoltate e supportate, nonostante le loro situazioni.
Questo ci ha dato la forza per compiere un altro passo assieme alla dottoressa Monica Carrasco e al collettivo la Cereza per trovare un altro finanziamento dall’Ambasciata Australiana. Grazie a questo abbiamo iniziato ad avviare questo ristorante, poiché è chiaro che il principale modo per uscire dalla violenza domestica è rendere le donne economicamente indipendenti” ci racconta giustamente Karina.
E prosegue: “Da Novembre 2021 il finanziamento è terminato e da quel momento stiamo camminando con le nostre gambe. La gestione dei turni è in base alla disponibilità delle donne del collettivo, che possono portare i loro figli e mangiare qui: uno dalle 8 del mattino alle 3 del pomeriggio e l’altro dalle 3 del pomeriggio alle 8 di sera. Ci stiamo auto-sostenendo affittando degli spazi all’interno della struttura , anche se al momento non riusciamo a garantire uno stipendio mensile a tutte le donne lavoratrici, queste attività stanno aiutando le donne in diverse sfere sociali. Parlando di me, ad esempio, che ho mia madre tra le donne assistite dal Collettivo, questo aiuto mi a permesso di finire gli studi e laurearmi. In questo momento con la situazione del Covid 19 abbiamo avuto problemi economici e per questo stiamo cercando un luogo con un affitto più basso”.
Covid-19 e la violenza domestica
“Abbiamo dato vita ad un nuovo progetto che si chiama “Essere Donne in Chiapas durante il periodo del Covid-19”, perché si è visto che durante il lockdown la violenza domestica è aumentata, così come la pressione sulla vita quotidiana delle donne, che si sono ritrovate confinate in casa con i propri aggressori, oltre a dover seguire l’educazione dei propri figli e svolgere tutti i lavori domestici. Il nostro scopo in futuro è quello di coinvolgere più donne possibili nel progetto e di dare sostegno legale gratuito alle donne che lo necessitano, perché anche questo apre un mondo di possibilità. Noi immaginiamo di crescere molto e di poter appoggiare più donne possibili“.
Alcune domande per Karina
A questo punto domandiamo a Karina: “ Il progetto è esclusivamente per le donne messicane?” Karina: “No, non è solo per le donne messicane , ma per tutte le donne” e proseguiamo: “C’è un modo per le persone che vogliono sostenervi economicamente?” Karina:“Sì, sono la rappresentante legale in questo momento e abbiamo un conto corrente a cui fare riferimento , quindi se ci fosse interesse nel sostenerci lo apprezzeremo molto. Ci sono donne qui che fanno i loro prodotti di artigianato, come borse e vestiti, ricamatrici , tessitrici e aiutiamo, inoltre, le donne del Cerezo numero 5, che producono a loro volta artigianato. Portiamo al centro i loro manufatti per venderli e il ricavato viene restituito a loro. Perché come sappiamo dentro al carcere se la passano molto male e hanno bisogno di un aiuto economico. Inoltre, in mezzo a noi ci sono molte donne che hanno talenti, alcune vengono da San Juan Chamula e portano il loro tramando di tessitrici. All’inizio eravamo 25 ed ora siamo in 12, che stiamo lavorando in due turni.”
Ovviamente ci è sorta una domanda spontanea: “Ci sono aiuti dal governo messicano?” Karina: “Come ho detto il finanziamento dell’ambiasciata australiana è terminato e stiamo camminando da sole. Abbiamo bussato ad alcune porte dei vari dipartimenti del governo messicano e anche al dipartimento dello Sviluppo Rurale, per vedere se ci potevano finanziare alcuni progetti economici come l’allevamento di pollame o maiale , però non abbiamo mai ricevuto risposta. Questo è un peccato perché proprio il nostro stesso governo non ci appoggia” .
Un messaggio per tutte le donne
Concludiamo chiedendole: “Vuoi lasciare un messaggio per le donne del mondo?” Karina, quasi commossa , risponde: “Noi siamo il collettivo Tsaltsal O’ntonal e stiamo lottando e se in qualsiasi momento le donne si trovano in difficoltà, che cerchino una rete di altre donne. A volte a noi donne ci etichettano, ma possiamo dare e accompagnare dal cuore, perché una rete ti aiuta molto e questo l’ho visto con le mie compagne e anche per mia esperienza personale. Quindi, quando vorrete siamo qua per aiutarvi, accompagnarvi, ascoltarvi in tutto quello che possiamo. Benvenute a tutte e continuiamo lottando! Grazie mille.”
Noi abbiamo fatto il primo passo e continueremo a tenerci in contatto con Karina, il Collettivo e forniremo loro il nostro aiuto. Se volete contattarla, scoprire di più sul progetto o aiutare ecco i contatti kari96jdn@gmail.com guadalupevelasco540.@gmail.com
Grazie a chi vorrà aiutare questo progetto. Amanda e Francesca.