Messico – Ojo de Agua – Pozuleos
Per una serie di sincronicità ci siamo ritrovate a vivere a Ojo de Agua, un luogo ai piedi delle montagne che delimitano il centro di San Cristobal de Las Casas. Continuando a salire si raggiungono diversi pueblos tra cui San Juan Chamula. Grazie a questa sistemazione siamo riuscite ad entrare in contatto da vicino con una famiglia che vive in un piccolo pueblo ricavato nella montagna, Pozuelos.
Pozuelos fa parte di Chamula e la piccola comunità che ci abita ha mantenuto quasi intatte le antiche tradizioni, tra queste la tessitura e la lavorazione della lana del Borrego, la pecora considerata animale sacro dai chamulensi. Queste pecore non vengono mangiate, vivono con le famiglie e rasate due volte all’anno per ricavare gli abiti tipici di questa comunità ristretta e antica.
Come in tutte le storie in cui il caso (in cui non crediamo) ci mette lo zampino, una mattina nella nostra casetta di legno si allaga il bagno. Rafael e Malena i custodi del luogo vengono a verificare proprio nel momento in cui io e Francesca stiamo sbobinando un’ intervista fatta ad un collettivo di donne del Chiapas. Dopo pochi minuti il problema bagno sembrava risolto, ma Malena continuava a far finta di pulire un pavimento, nonostante fosse già perfettamente asciutto.
Quando tutto è tornato in ordine, li salutiamo. Il pomeriggio decidiamo di uscire a fare un po’ di spesa nel mercato locale e veniamo fermate da Rafael che ci invita a passare una giornata insieme alle donne di questa comunità e coglie subito l’occasione per parlare delle donne della sua famiglia, che con grande entusiasmo ci anticipa essere tutte tessitrice del Borrego, per loro questo antico mestiere è il sostentamento.
Abbiamo la possibilità finalmente di entrare davvero nel cuore di questo popolo, già da San Juan Chamula avevamo compreso che ci voleva tempo, il giorno prima eravamo state in visita a San Lorenzo di Zinacantan e avevamo già capito che ci stavamo pian piano avvicinando.
San Lorenzo di Zinacantan
Già, perché a San Lorenzo ci siamo ritrovate in una piazzetta con molte donne e bambini rendoci conto che di turisti ne vedono pochi. Una donna con i suoi figli ci avvicina chiedendoci di seguirla in una casa bottega defilata dal centro. Seguiamo uno dei ragazzini, 11 anni, che ci tempesta di domande, fino a che giungiamo in una cantina piena di tessuti meravigliosamente ricamati: telai, fili, camicette bordate, ponchi, scialli, tovaglie… Insomma da perdere la testa!
Io e Francesca ci guardiamo sconfortate pensando alla nostra valigia che scoppia e i nostri portafogli mezzi vuoti, ma non possiamo fare a meno di portarci a casa due buste di abiti e stoffe. Le salutiamo dicendo loro che resteremo in contatto e ci risentiremo a Ottobre, impostando un mini ponte di dialogo.
Inizio a camminare nelle vie ripetendo: “le donne alzano il PIL di San Lorenzo, le donne alzano il Pil del Chiapas”. Da una battuta ci si rivela una realtà confermata dalle donne stesse, le donne che Rafael ci fa conoscere a Pozuelos.
L’arte delle donne di Pozuelos
La comunità che incrontiamo a Pozuelos ci accoglie subito, con grande apertura, tant’è che ci stupiamo del calore con cui ci invitano ad entrare in casa, facendoci accomodare nell’unica stanza con cucina, con il fuoco centrale. Ogni elemento della casa è in miniatura, sembrano appartenere a una famiglia elfica antica. Ci invitano a sederci su delle sedie piccine e ci offrono la loro colazione tipica: chicharo, piselli appena raccolti e cucinati in un brodo di acqua, ma saporitissimi, e poi fagioli in un sughetto, café de olla e tortillas calde servite in un contenitore ricavato da una zucca. La loro lingua, il tzozil, antica lingua maya ci sembra un misto tra coreano, cinese e con suoni che paiono appartenere ad una sconosciuta lingua di abitanti dei boschi.
Ci ritroviamo piacevolmente circondate da donne di varie generazioni, senza spazio e né tempo, a tratti senza barriere linguistiche e reciprocamente curiose le une delle altre.
Ci fanno capire che la condizione delle donne in questa comunità , come anche in altre, risente di un forte machismo.
A circa 14 anni si sposano e fanno figli, indotte dalle pressioni socio-economiche e culturali ad accettare questa condizione di vita senza poter immaginare altre alternative. Se una donna rimane vedova non può risposarsi e se divorzia deve andare via lei dalla comunità o ricevere il permesso da tutta la comunità per rimanere. Il matrimonio è un semplice contratto verbale che non viene celebrato se non con un pranzo tra le due famiglie, offerto dallo sposo.
La tessitura
Terminata la colazione ci sediamo su tappeti e cartoni nel patio esterno e le donne indaffarate cominciano a svelarci tutti i processi per arrivare alla tessitura. Dal lavaggio della lana appena tosata, che viene poi lasciata seccare al sole per un bel po’ di giorni, alla cardatura durante la quale la lana viene pettinata tra due grosse spazzole e così pulita, fino alla filatura che si conclude quando il filo viene bagnato con il pozol (una miscela di acqua e mais) per essere ammorbidito per essere tessuto.
La tessitura si esegue attraverso un antico telaio completamente manuale , con un cinturone di cuoio che la donna si lega intorno alla vita. Tutto questo procedimento è per realizzare gli unici capi di abbigliamento che la comunità indossa, composti per le donne da una gonna tenuta su da una alta fascia di fili di seta intrecciati, uno scialle ed una camicetta ricamata e per gli uomini il corrispettivo in chiave maschile.
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Il Cammino e Pozuelos: un progetto da realizzare assieme
Le donne ci chiedono di aiutarle a far conoscere e vendere i loro manufatti e così iniziamo a studiare come poter trasformare questo tessuto straordinario, che può sia proteggere dal freddo che dal caldo, pensando a nuovi disegni che possano incontrare anche i gusti più moderni.
Questo è stato uno degli incontri più autentici e reali che abbiamo fatto. A fine della giornata non solo non ci hanno chiesto alcun contributo economico, ma persino ci hanno regalato due scialli del loro abito tradizionale. Questa esperienza ci ha talmente entusiasmato che rientreremo in Italia con campioni da mostrare, se siete interessate a conoscere quest’arte antica, ad avere questi tessuti incredibili, ma soprattutto se volete che i vostri ordini sostengano questa famiglia di donne, permettendo alla loro tradizione di non perdersi nel tempo.
Potete contattarci info@ilcamminodisophia.com per ordinare il vostro capo su misura, borse medicina (morral), tappetini per meditazione, coperte, scialli e cinture protettive per l’utero, copri-collo e poncho… Sbizzarritevi per le donne del Chiapas!