Nella tradizione Tolteca si dà grande importanza al sogno, all’arte del sognare, il Tolteca è principalmente un poeta e crea in uno stato di sogno perenne che non distingue la realtà. La Bellezza è armonia e l’arte sciamanica è pura creazione in stato di sogno. Si può affermare allora che lo sciamanismo è una forma d’arte, la sciamana una poetessa, un’artista che crea un universo armonico di bellezza in alleanza con gli Spiriti della Natura, in un tutto dove l’io scompare e genera la magia, l’estasi della meraviglia della contemplazione.
La Natura è un sistema ecologico equilibrato e spettacolare e tutto ciò che non si fonde nella sua musica, muore.
Noi umani camminando lontani dalla natura dello spirito, dimenticandoci dell’anima del Mondo, ci siamo addomesticati ad uno sguardo che accoglie il disarmonico e la bruttezza, al punto da non farci neanche caso. Le civiltà antiche costruivano in connessione con le energie del Creato. Ogni dettaglio, ogni pietra aveva un suo posto in armonia con il tutto e la sua funzione non era mai più importante della Bellezza. Creare e dare luce alla vita sono potenti atti sciamanici. È lo Spirito che scende nella materia, il soffio che rende vibrante ogni cosa senza un motivo, senza un fine utilitaristico, ma solo per l’urgenza di esprimersi nell’esplosione di un atto di creazione unico, un atto d’amore.
Uno spermatozoo e un ovulo, l’energia, la forza, il calore attivo di uno e la febbricitante ricerca senza sosta che in un esatto istante può, tra le infinite possibilità, incontrare la ricettività dell’altro: il terreno fertile in risonanza.
Non c’è sforzo, non c’è obiettivo. La natura è energia che dipinge se stessa in un quadro, è musica, che esce da uno strumento di ferro, è canto che ci fa emozionare, è recuperare i poteri misterici femminili, l’alchimia di un cibo che nelle mani di una donna diventa pura opera d’arte e si dà sacralmente per trasformarsi in nutrimento.
La Bellezza e l’arte sono Caos, magma, forza creatrice, big bang di pura energia erotica, esplosione e complessità.
E noi, cosa possiamo fare per partorire un Mondo Nuovo?
Trasformarci in artisti poeti, visionari, musicisti, cuochi, nutrici, contadini per sognare, creare, tessere in armonia con la Natura.
Per noi e per tutti, per fare della nostra vita un’opera d’arte, perché nel nostro cammino restino le immagini sacre e ispiratrici che ci siamo lasciati alle spalle. In modo che chiunque ripassi per lo stesso sentiero o ripercorra i nostri stessi passi, sia rigenerato dalla bellezza che ci siamo lasciati alle spalle. Creare un mondo nuovo fatto di bellezza! Perché ci sia arte in ogni forma, in ogni palazzo, strada, scuola, giardino, non solo a teatro, ma per le strade nel Mondo.
Vuoi essere sciamano? Allora fai arte, crea bellezza, perché non puoi farne a meno.
Ispirata oggi dalle poche righe Philip Roth, per ricordare a me stessa e a tutti che le generalizzazione e la semplificazione sono strumenti degli assolutismi e di quella politica che si nutre di “greggità” ben ordinate. Perché l’idea del bene comune e della comunità non deve essere la fusione, ma la messa in comune delle differenze e come fa l’arte che particolareggia. che a suo modo è chirurgica, speciale, unica. E allora in questo momento dove siamo chiamati a dire la nostra sulle faccende del mondo ecco cosa scriveva Roth:
“La politica è la grande generalizzatrice, e la letteratura è la grande particolareggiatrice, e non soltanto esse sono tra loro in relazione inversa, ma hanno addirittura un rapporto antagonistico Come artista, le sfumature sono il tuo dovere. Il tuo dovere è non semplificare. Anche se tu dovessi scegliere di scrivere nel modo più semplice, alla Hemingway, resta il dovere di dare la sfumatura, spiegare la complicazione, suggerire la contraddizione. Non cancellare la contraddizione, non negare la contraddizione, ma vedere dove, all’interno della contraddizione, si colloca lo straziato essere umano. Tenere conto del caos, farlo entrare. Devi farlo entrare. Altrimenti produci propaganda, se non per un partito politico, per un movimento politico, stupida propaganda per la vita stessa, per la vita come essa stessa, forse, vorrebbe essere propagandata”.
Philip Roth